LA CICLOVIA ACCESSIBILE IN 4 TAPPE


La ciclovia culturale Bergamo Brescia è stata progettata per essere percorsa in 4 tappe da ciclisti con ridotta mobilità.

Diverse intersezioni sono state messe in sicurezza ed è stata progettata una cartellonista infoturistica dedicata, con leggibilità facilitata. Sono stati fatti degli interventi volti a ridurre le criticità legate all’accesso di soggetti che possono percorrere la ciclovia in handbike, in tandem o con propulsori elettrici per carrozzine.
Particolare attenzione è stata dedicata alla separazione dai flussi automobilistici, al raccordo dei dislivelli, all’ampiezza del percorso, alla limitazione delle pendenze e all’omogeneità dei fondi.

La Ciclovia accessibile è lunga circa 80 km e può essere suddivisa in 4 tappe da 20km, in ognuna è presente almeno una struttura ricettiva accessibile che è dotata di carrozzina pieghevole per agevolare lo spostamento dall’handbike all’interno della struttura.
Anche diversi ristoranti lungo il percorso sono dotati di carrozzina pieghevole per agevolare l’ingresso di chi percorresse la ciclovia in handbike.
Numerosi punti di interesse lungo il percorso sono stati mappati per evidenziare il loro grado di accessibilità, in questa pagina trovi un elenco di quei luoghi che sono stati evidenziati come totalmente accessibili.

Scarica qui la TRACCIA GPX della ciclovia versione accessibile nelle sue due varianti

NOTA BENE: quando aprite la traccia gpx sulle applicazioni è importante selezionare la modalità “escursionismo” perchè spesso il tracciato di questi gpx è in sede di marciapiede.

TRACCIA GPX CICLOVIA ACCESSIBILE – PARTENZA DA BERGAMO

TRACCIA GPX CICLOVIA ACCESSIBILE – PARTENZA DA BRESCIA

Strutture ricettive e ristoranti accessibili

PRIMA TAPPA – BERGAMO MONTELLO

Strutture ricettive

Accademia Residence (disponibile 1 carrozzina pieghevole)
La casa di Pat (disponibili 2 carrozzine pieghevoli)
Ad Hoc Bed & Breakfast  (disponibile 1 carrozzina pieghevole)

Ristoranti

Il Circolino(disponibili 2 carrozzine pieghevoli)
Daste Bistro

SECONDA TAPPA – MONTELLO PARATICO

Strutture ricettive

Costa Verde Natura
Iseo Lago Hotel (disponibile 1 carrozzina pieghevole)
Hotel Villa San Giuseppe

Ristoranti 
Al Tram

TERZA TAPPA – PARATICO PASSIRANO

Strutture ricettive

Costa Verde Natura
Iseo Lago Hotel (disponibile 1 carrozzina pieghevole)
Hotel Villa San Giuseppe

Ristoranti

Al Tram (disponibili 2 carrozzine pieghevoli)

QUARTA TAPPA – PASSIRANO BRESCIA

Strutture ricettive

B&B Hotel Brescia
Ostello Luogo Comune (disponibili 2 carrozzine pieghevoli)


Ristoranti 

Vivace (disponibile 1 carrozzina pieghevole)
Classico (disponibili 2 carrozzine pieghevoli)

SERVIZIO DI NOLEGGIO HANDBIKE, TANDEM E PROPULSORI:

Da BIKE FELLAS puoi noleggiare l’attrezzatura e fartela portare lungo la ciclovia e puoi avvalerti di un servizio di assistenza a chiamata durante il tragitto e per il rientro di persone e attrezzature.

DOTAZIONI:

fino a 2 hand bike a trazione elettrica https://www.hasebikesusa.com/hand-cycle.html

fino a 1 tandem PINO https://www.hasebikesusa.com/pino-tour-tandem-bike.html

fino a 2 tandem TWINNY https://aspassobike.it/Twinny.html

fino a 3 propulsori elettrici per carrozzine

fino a 2 carrozzine standard facilmente adattabili ai propulsori (per chi non volesse utilizzare la propria carrozzina)

il noleggio può includere il servizio di assistenza a chiamata durante il tragitto per i dispositivi noleggiati e di transfer per il rientro di persone e attrezzature

la partenza può essere a BG, a BS o da altre località lungo la Ciclovia su richiesta del cliente

I PUNTI D’INTERESSE ACCESSIBILI

Accademia Carrara
Piazza Vecchia
Chiesa dei ss. Nazaro e Celso
Chiesa dei ss. Fermo e Rustico (Credaro)
Chiesa di San Giorgio (Credaro)
Chiesa di Cristo Re (Rodengo)
Castello di Brescia
MO.CA.
Carme – Centro Arti Multiculturali Etnosociale
Complesso di San Salvatore – Santa Giulia ospita il Museo di Santa Giulia
Brixia – Parco archeologico della Brescia Romana (include Capitolium)
Piazza della Loggia
Piazza Paolo VI
Pinacoteca Tosio Martinengo

 

 

L’esperienza di FREEWHEELS:

La Ciclabile Bergamo-Brescia è una vera immersione nei territori, un asse da ovest a est della Lombardia che attraversa borghi bellissimi e perle dell’intero Stivale da Bergamo Città Alta al lago d’Iseo, dalla Franciacorta alla Brescia romana, incastonate come diamanti lungo il percorso.

L’uscita da Bergamo può avvenire seguendo due percorsi: uno breve che tocca vicoli caratteristici della città e uno più longilineo che abbraccia i quartieri più moderni senza tralasciare la Storia ancora importante incastonata nel tessuto urbano. Una lunga serie rettilinea di marciapiedi alternati da tratti di vecchie ciclabili ci conduce a Seriate, sulle sponde del Serio – primo di innumerevoli corsi d’acqua toccati dall’asse ciclabile.
Da qui a Brescia non incontreremo più grandi centri cittadini, ma solo borghi e paesi capaci di catapultarci in un contesto dove la lentezza si percepisce ancora, dove molti dei marciapiedi lasciano il passo alle prime idee di ciclabilità o talvolta a strade vicinali o sentieri di campagna che quasi ci fanno dimenticare di essere comunque a bassissima quota. Brusaporto, Bagnatica, Costa di Mezzate e Montello, uno tanto consecutivo all’altro quasi da far percepire tutto come un unico grande borgo – dove le strade vengono talvolta sostituite da sanpietrini e acciottolati – dominato dal Castello Camozzi Vertova, a poche pedalate dal nostro passaggio.

Il percorso è già oggi percorribile sebbene servono interventi che facilitino l’accesso e la fruibilità dei marciapiedi, a volte resi difficili per la poca larghezza e per l’ampio raggio di curvatura di cui necessitano certi viaggiatori come coloro che scelgono di vivere la Ciclabile Bergamo-Brescia con una handbike.

La prima tappa si chiude a San Paolo d’Argon da dove in pochissimo raggiungiamo Gorlago e le sue case ancora in pietra, attraversiamo il fiume Cherio ed entriamo a Carrobbio degli Angeli dove ogni sguardo viene rapito dalla chiesa di San Pancrazio, almeno fino a che, pochi chilometri dopo, non passiamo accanto al Castello di Chiuduno che – stagliandosi nel cielo della bassa bergamasca – raccoglie ogni nostra attenzione tanto da fermarci e avvicinarci. Solo l’altrettanto caratteristico Grumello del Monte ci separa dalle prime propaggini dell’Oglio che seguiremo nel suo serpeggiare immergendoci in un verde che lava via ogni sentore di città che avevamo raccolto, costeggiando (ma senza percepirli) paesi come CalepioCredaro.

Sarnico e il suo lungofiume ci conducono ad attraversare il delta del fiume, il punto in cui l’Oglio diventa Lago d’Iseo. Oltrepassando il ponte non lasciamo soltanto Sarnico per Paratico, ma entriamo di fatto nella provincia di Brescia, uno dei polmoni verdi della Lombardia e concludiamo a Clusane la nostra seconda tappa. Anche questa seconda tappa non presenta particolari difficoltà di percorrenza, se non quelle dovute ad alcuni ostacoli che oggi obbligano il viaggiatore a mobilità ridotta a viaggiare direttamente sulla carreggiata o ad alcune varianti. Deviazioni ben ripagate all’arrivo sul lago.

Lunghi tratti di ciclabili d’ora in poi si sostituiscono ai soli marciapiedi e rimanendo immersi nella natura, attraversando terre coltivate e costeggiando la Riserva Naturale Torbiere del Sabino raggiungiamo e tocchiamo di poco Provaglio d’Iseo entrando riconoscibilmente in Franciacorta. Da qui in poi, almeno fino alle prime urbanizzazioni di Brescia, la percentuale di asfalto si riduce lasciando spazio a sentieri che costeggiano vigneti o aree verdi, attraversano strade secondarie o sfiorano una costellazione di cantine nelle quali una visita è di rigore. Nel dolce ondulare di queste terre perderemo lo sguardo su tutta la piana.

Ci fermiamo a Passirano, a pochi passi dal suo Castello, prima di riprendere il nostro viaggio per l’ultima tappa, quella verso Brescia. Anche nel terzo giorno di viaggio l’unica variante a cui una persona a mobilità ridotta è costretta, causa sedime oggi non ottimale, non ombreggia la percorribilità della tappa, filante e rapitrice. L’aumento delle ciclabili è direttamente proporzionale alla presenza di dissuasori di passaggio.

Qualcuno in meno o meglio progettato aumenteranno il pubblico su questo tratto.

Paderno Franciacorta e la più grande Rodengo Saiano ci restituiscono quel susseguirsi di servizi che da un po’ di strada non incontravamo, ma senza toglierci tutto ciò che di caratteristico la Franciacorta restituisce.

Per la prima volta entriamo in un ciclodromo, un’area dove si può e si deve sostare per riprendere fiato e dirigersi verso Gussago, che fiancheggiamo prima di attraversare il borgo di Fantasina e ritrovarci praticamente nei sobborghi di Brescia. Qui la ciclabilità è cultura: accanto alle arterie spiccano enormi spazi riservati alle bici e ai pedoni, con corsie riservate per senso di marcia, sottopassi. Uno spazio in sicurezzaper chi sceglie la dolce mobilità all’automobile. Ed è attraverso queste che raggiungiamo il cuore pulsante della città, toccando i resti di una civiltà Romana ancora intatti che non possono che rastrellare ogni nostra energia prima di posare la bicicletta. Il dolce riavvicinamento a piccoli e grandi centri urbani porta con sé la reintroduzione nel nostro viaggio di tutta una serie di ostacoli che restringono o inibiscono il passaggio a chi viaggia con ausili meno convenzionali. Almeno fino alle porte di Brescia, dove da lì in poi sfileremo fino a destinazione.

Praticamente quasi l’intero percorso è già percorribile anche da persone a mobilità ridotta dato che le poche varianti tracciate rappresentano davvero una piccolissima parte del tracciato.

L’uscita da Bergamo, come ogni altro grande centro urbano, necessita di qualche adattamento e durante l’itinerario la maggior parte dei tratti ciclabili sono, in caso di difficoltà, spesso affiancati da strade non trafficate facilmente raggiungibili. Qualche difficoltà in più nelle manovre di rotazione in alcuni punti che verranno presto risolte.

Un’esperienza unica in Lombardia quella della ciclabile Bergamo-Brescia, capace di unire due città così differenti quanto unite dall’unico obbiettivo: la cultura di una nuova forma di turismo, più lenta e sostenibile. Ma soprattutto, più universale.